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mercoledì 23 maggio 2018

Oltre la chitarra. Il pianoforte arricchisce il Blues.


Negli anni ‘30 del secolo scorso emergono lo swing e il boogie. A Chicago e New York, in un clima di grande rinnovamento musicale compare il jukebox e i musicisti devono per forza di cose fornire blues ben confezionati, con testi vari che intrattenessero il pubblico. Il rinnovamento permette l’ingresso in scena del pianoforte, con un musicista su tutti, uno dei miei preferiti: Roosevelt Sykes. Negli anni ’40 imperversava con i pezzi veloci e boogie, ma era con i lenti ed i blues che Sykes impressionava e francamente impressiona ancora.
Come cambia il blues con Sykes? Con la tecnica. Con la mano sinistra produce un suono profondo da basso, con la destra si sbizzarrisce, come se suonasse da trombettista e da chitarrista elettrico. Un vero genio. Accanto ai grandi nomi più conosciuti del genere, annovero Sykes tra i grandi interpreti del Blues. Il primo vero bluesman è lui.

Ottimo ascolto, con Runnin’ The Boogie…

https://www.youtube.com/watch?v=p63A00-s1po

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