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giovedì 31 agosto 2023

Ma anche basta, con il Parlamento!

Al posto del Parlamento i media. Lì si fanno quelli che una volta erano i dibattiti politici. E che ora sono sentenze e opinioni senza spiegazioni per i cittadini.

La rappresentanza non siede più sugli scranni ambiti ora solo il compenso economico e il privilegio. Ora la rappresentanza si fa al bar, nei cda, nei convegni-vetrina-passarella, in riti autocelebrativi come feste patronali e inaugurazioni. Senza dimenticare i social.

Il Parlamento lavora solo con le commissioni. Per il resto si vota quello che vuole il governo sentite le commissioni. Manco dal notaio si vedono passare atti più velocemente. Si vota quello che vuole l'esterno delle aule: comitati di ministri, autorithies, banche centrali e, soprattutto nei paesi dell'Unione Europea, organizzazioni sovranazionali, per le decisioni comunitarie.

Sempre più presenti i tecnici, quelli con la bandiera politica da riporre dopo l'esperienza governativa o da nascondere meglio possibile in caso di insuccesso, sempre frequente e vasto, come abbiamo visto. La scusa è che ci vogliono le competenze, quindi i tecnici possono essere utilizzati per scelte populiste.

Più che legittimare i governi, il Parlamento ratifica solo la vittoria elettorale di una coalizione o di un partito o movimento. Con un voto di fiducia, certo. Nessun confronto reale, nessuna partecipazione alle leggi delle altre forze politiche, come succede da anni.

Ogni riforma, anche quelle Costituzionali, sono mandato della sovranità parlamentare, non più della sovranità popolare. L'elezione diretta del Presidente del Consiglio che si sta preparando in questi giorni, nel totale silenzio mediatico, come fosse una mossa da carboneria, è la testimonianza tangibile della esclusione della volontà popolare da esprimere anche solo con un referendum.

E poi le paralisi (telecomandate) dei lavori. Dibattiti in aula vuota, comunque ripetitivi e inascoltati (inascoltabili, aggiungo). Leggine inapplicabili, fuori bilancio, quindi respinte ai mittenti contenti solo di averle presentate.

E quindi vai con i decreti d'urgenza. Un vera sovraproduzione di tipo industriale, creata appositamente per ingolfare le attività di elaborazione, ripensamento e correzione tipiche del Parlamento.

Dite che sono un popolano villano e presuntuoso? Ma è proprio questo che stanno facendo quelli seduti in Parlamento e quelli seduti fuori, nei posti che contano, cari colleghi di cittadinanza. Arriveranno a far credere che la strada è obbligata.

mercoledì 16 agosto 2023

Sembra serio, ma è politica. Anzi, geopolitica.

Gli accordi internazionali per cercare di ridurre l'afflusso in Italia di persone in cerca di percorsi di vita alternativi realizzati dal governo con spiegamento di forze mediatiche e diplomatiche mai viste sembrano non funzionare.

Se l'obiettivo vero era quello di fermare all'origine le partenze. Ma qui ci penserei un momento, alla strategia governativa. Immaginano, forse, gli attuali governanti italiani, ma anche i precedenti, nessuno sa come fare, che l'imposizione di leggi ferree da parte dei Paesi africani sui loro cittadini o su persone in transito possano funzionare. Facciamo il caso delle leggi italiane che agiscono sul popolo italiano. Numerosissime, alcune paradossali, altre inapplicabili, sono in molti casi disattese da noi cittadini, che ci prendiamo la facoltà di eludere, evadere, infrangere norme faticosamente ed inutilmente populiste, alcune volte ritenute ingiuste e quindi da non rispettare, così, arbitrariamente.

Esempi a centinaia: dalle norme tributarie alle leggi che regolano la civile convivenza. Bene. Anzi, male. Perchè il governo italiano sa che nei Paesi africani e comunque interessati dal fenomeno, la mentalità è in molti casi sovrapponibile a quella italiana. Il modo di comportarsi rispetto a leggi ritenute astruse è praticamente identica. Non vengono rispettate.

A meno che... A meno che non vengano imposte con violenza, con forme di imposizione che qui in Italia non ci sogneremmo nemmeno di applicare o fare applicare. Forse.

Ecco. Il governo italiano sigla patti internazionali a fini propagandistici, che non obbligano il Paese contraente ad essere civile. Mentre l'Italia lo sarebbe, ma solo apparentemente. Il risultato, quello evidente e comunque da interpretare con molta prudenza, è che le persone, i migranti, partono lo stesso dall'Africa e arrivano in Italia, anche da molti altri Paesi mediorentali e asiatici.

A me, persona normale che vive in un Paese anormale, questa cosa che le persone possano essere bloccate alla partenza con "fermezza" per impedire a scafisti e organizzatori di viaggi pericolosi in mare di operare, pare una messinscena consapevole. Pare che queste operazioni internazionali, che dovrebbero portare al risultato di non fare arrivare persone in Italia pur sapendo che sarebbero costrette a rimanere bloccate nel Paese di transito o provenienza con metodi violenti, siano di facciata. Non credo che le migrazioni possano essere bloccate con la forza, nemmeno con la diplomazia dei vertici di Paesi inospitali o incapaci di garantire ai propri popoli standard di vita accettabili. Partono, e fanno bene a partire. La voglia di libertà dovrebbe prevalere sempre.