Non
ci sono dubbi: siamo guidati da un piccolo esercito di politici ad una
dimensione.
Indifferenti
alla filosofia, menefreghisti per quanto riguarda le ricadute sociali delle
iniziative politiche.
Il
politico perfetto, figura mitologica a cui questa squadra si rifà, si occupa
esclusivamente delle tecniche che possono aiutarlo a risolvere un problema di
notorietà e consenso, quando esse sono in calo. Non si chiede mai in quale tipo
di società è costretto a operare. Non si interroga mai sugli errori che commette,
se sono frutto del male che è nella natura umana oppure del male che scaturisce
dalla organizzazione di una determinata società (si chiama cecità ideologica o autoimmunosoppressione
delle capacità autocritica).
Ha
pochi hobbies. Flemmatico e vanitoso, si permette di criticare anche i grandi
predecessori. Come dire che il politico perfetto, nella sua sterminata
presunzione, non riconosce neanche i suoi padri. A tratti dà l’impressione di
essere imbecille, di pensare solo al suo personale interesse.
Il
politico perfetto, da personaggio ad una dimensione, è più facile da
memorizzare rispetto ad altri tipi più stratificati. Tenace e indolente, arido
e fanatico, il politico perfetto unisce in se tutti i vizi e le virtù dell’italiano,
del figlio della Costituzione partigiana da revisionare. Un uomo che crede soltanto
ed esclusivamente in quello che vede, sente, tocca, fiuta, gusta. Non per
niente è un esperto di comunicazione. Il positivismo è, per il politico
perfetto, totale e totalizzante. Del superamento della realtà che lo circonda non
sa che farsene, come della ricerca metafisica. La società come è gli va benissimo e
non lo sfiora per nulla il sospetto che potrebbe andare meglio, questa promessa
serve solo a fini elettorali.
Questo
tipo di società per lui è il migliore dei mondi possibili e le opposizioni non sono
che effimere ed inconcepibili barriere concepite dall’ordine costituito. C’è in
lui un buon livello di disprezzo per i poveri, tanto che decide di occuparsi
della sempre ben frequentata classe agiata. Ed è solo all’inizio.