E’
stato dannoso il successo commerciale iniziato negli anni ’80 del secolo scorso
per il Blues? C’è chi crede di si. Per assistere ad un concerto Blues, fino a
qualche decennio prima in America si spendeva pochissimo; in Europa erano rare
le esibizioni dei grandi di questa musica. Si dice anche che il Blues si sia
modificato stilisticamente, proprio in conseguenza del successo. Non so se
questo dipenda dalla normale evoluzione di un genere musicale, ma non è sempre
negativo che possano modificarsi in meglio tutti gli aspetti legati allo
sviluppo tecnologico e al benessere dei musicisti. Molto difficile è trovare,
nelle esibizioni dei nuovi talenti e dei vecchi artisti che si sono “evoluti”,
tracce dell’eredità che hanno lasciato, per esempio, John Lee Hooker e Son
House. Non c’è nessuno che abbia potuto imparare “hollers” nelle campagne
americane o che sia cresciuto nelle piantagioni di cotone, certo. Il Blues si è
urbanizzato e la sua essenza, la rappresentazione drammatica ed essenziale del
mondo circostante, si è praticamente persa. Tranne forse che per gli elementi
ancestrali di questa musica che dobbiamo fare in modo che non vengano dispersi
e che siano in qualche modo tramandati alle prossime generazioni.
Godiamoci
Clarence “Gatermoputh” Brown. E’ un maestro in grado di trasmettere i “geni”
del Blues. Lo ascoltiamo in Pression Cooker, in una registrazione del 1984.