BENVENUTI NEL BLOG DELLE RIFLESSIONI

Politica. Meridionalismo. Blues.

Pagine

sabato 23 giugno 2018

Il Blues attraverso il gospel, fino al soul.


Dal 1950 in poi il Blues si contamina notevolmente. Le molte chiese presenti nella società nera americana – Pentecostali e Anabattista soprattutto – iniettano nel suono Blues, con la presenza anche di donne di notevole levatura artistica come Aretha Franklin, il gospel che ascoltiamo anche di questi tempi, anche se relegato in esibizioni per veri intenditori. La stessa Aretha è figlia di un reverendo anabattista. 
Poco oltre il 1970 termina il “sentimentalismo” con il quale le chiese avevano intriso la musica popolare nera nei decenni precedenti. Del soul rimaneva poco, in anni in cui imperversava il funky e la disco music si affacciava, commerciale e votata all’intrattenimento. Il rap era prossimo.
Forse, le chiese non interessavano più alla gioventù americana, a causa della delusione del grande sogno che aveva alimentato il senso di solidarietà degli afroamericani: se la promessa delle chiese era il successo del Movimento per i Diritti Civili, questo non era stato raggiunto, per cui l’interesse dei giovani viene rapidamente spostato altrove. Noi che siamo ascoltatori e spettatori anche delle mutazioni sociali americane possiamo chiederci come gli ideali di solidarietà possano modificarsi nel giro di poco tempo e paragonare quelle trasformazioni sociali alle nostre, non meno repentine e per certi versi ugualmente drammatiche.
Non posso che proporvi Aretha in una clamorosa interpretazione degli anni ‘60, con la promessa che torneremo al Blues al più presto.

I Never Loved A Man (The Way I Love You)