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Politica. Meridionalismo. Blues.

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domenica 17 settembre 2017

Il coinvolgimento.

A coinvolgere persone e forze politiche bisogna essere bravi e eleganti. Bisogna adoperarsi con mezzi comprensibili, come si usa tra persone che agiscono nella società. Gli appelli sui social sono estranianti, impersonali, tendono a condurre i lettori lungo un unico carattere leggibile. Ehi, tu…, sto dicendo a te e al tuo partito, vieni, che ti chiamo io. La prassi del coinvolgimento personale sta volgendo al tramonto. Io non mi ci ritrovo. Non è questione di correre perché squilla la tromba dell’allarme nucleare. Nel caso particolare si tratta di un’emergenza, l’ennesima ma cronica emergenza, che agisce sulla piaga della disoccupazione e rende responsabili tutti, prima di tutti, però, chi governa. Abbiate la cortesia di parlare e stabilire con tutti un contatto visivo e sonoro; certificato dai colloqui e che fugga dal populismo, dall’elettoralismo, dalla convenienza. Che faccia intravedere che si è interessati alle varie componenti della società reale e poi politica. Sarete d’accordo con me, che ogni intervento tardivo e inutile per questo esatto motivo danneggia chiunque debba essere il potenziale beneficiario. La società è stanca, chiamare sui social è inutile, non più veloce o efficace. Il numero telefonico e la conoscenza politica, c’è. Usatela.

lunedì 4 settembre 2017

L’uso di Patria.

Rileggendo un brano di Nazario Sauro incontro una sua descrizione di Patria. Le poche volte che la sento pronunciare o che la pronuncio resto sorpreso dalla constatazione che è un termine desueto, caduto nel baratro della globalizzazione a tutti i costi, perso nell’interpretazione arcaica che certa politica polverosa attribuisce. Sauro la declina come plurale di Padre. Avverto brividi di inadeguatezza a confrontarmi con l’interpretazione che l’uomo di cultura regala alla parola. Egli affida i suoi figli, nel caso non tornasse dalla Grande Guerra, alla Patria. Ad un insieme di persone che si proteggono, che si tutelano, che si confrontano anche aspramente ben sapendo che sopra gli interessi di tutti e del singolo c’è la Patria. Non riesco a scorgere questo significato in questi anni che disorientano chiunque, dove l’egoismo di massa è frainteso con la lotta politica, di pochi per pochi. Perso l’interesse generale, ora lo scontro è basico, da sopravvivenza del gruppo. Nella Grande Guerra, morirono oltre 700.000 italiani, moltissimi dei quali meridionali. Rispetto per la Patria, se resiste.