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Politica. Meridionalismo. Blues.

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mercoledì 22 aprile 2015

Il freddo linguaggio finanziario.

E’ dura fare ironia sulla finanza. Non arriva di certo un bonifico se ti azzardi in un territorio desertico dal punto di vista emozionale. Ma penso che una riflessione, utilizzando le parole giuste, corrette, scientificamente ricercate ed incastrate nei gesti della normale vita quotidiana, possa essere concessa anche a me, utilizzatore finale di scarsissima cartamoneta multicolore. La sveglia squilla in territorio ampiamente negativo. Il sonno rimasto è tanto; il riposo è stato affievolito dalla volatilità dei colombi e delle rondini, in questa stagione molto poco inclini al silenzio quasi totale delle giornate in cui Wall Street è chiusa. Ma qui in Italia, che spasso: dopo un caffè schiumato che risolleva da un andamento altalenante delle borse sotto gli occhi, si procede all’investimento rapido a breve termine: la scelta dell’abbigliamento, operazione co-gestita con la titolare dell’impresa. Sebbene sia un capitolo importante dell’export nazionale, la moda “familiare” è in una situazione di ristagno prolungato, dovuto da un sempre più scarso turn-over fra nuovo e usato. C’è stagnazione, è evidente, anche nei pedalini. L’economia della giornata si avvia con alcune rapide decisioni: l’avviamento del motore di un’auto troppo usata provoca un aumento dei consumi di idrocarburi e conseguente lievitazione del prezzo del barile di grezzo (grezzo è la versione un po’ terrona di greggio). La scelta della destinazione è di primaria importanza per la determinazione della cedolare secca a fine giornata, altrimenti il portone non ti viene aperto e le attese per le aperture delle altre borse (europee o asiatiche) possono essere lunghissime, quanto le pratiche di riscossione di un prestito della BCE alla Grecia. Il mercato delle risorse agricole, soprattutto del grano, è una sorpresa: investire in un sano piatto di pasta può fare oscillare positivamente la bilancia (dei pagamenti, no) con un surplus poco invitante per le investitrici straniere. Una visita rapida allo zoo ti consente di controllare lo stato di salute di Orsi e Tori al pascolo in gabbie sempre troppo piccole. Altri animali strani, come il Ftse-mib – anche nella versione “grafico” – si aggirano in cerca delle montagne russe, delle bolle speculative e dei surplus di gestione, da assaltare avidamente. Che oasi di tranquillità e pace, il rientro alla propria casa madre: lo spread tra vita vera e vita elettronica oggi è stato veramente minimo. Quasi quasi mi faccio un bond a dieci anni.

giovedì 2 aprile 2015

Basta un giorno.

Di per se è uno slogan già detto. Ma davvero non serve più di questo tempo per fare pace con il nostro territorio, compreso tra Casignana e Gerace. Volendo darsi un ordine cronologico, si può fare riferimento all’arrivo dei coloni greci e visitare Lokroi Epizephyrioi. Le tecniche costruttive razionali di una città di 2500 anni fa circa costituiscono un riferimento sicuro per gli urbanisti contemporanei. L’organizzazione sociale, le leggi che la ordinavano e le espressioni artistiche ed architettoniche che qui hanno trovato origine e sviluppo non possono lasciarci indifferenti. Volendo destreggiarsi tra epoche diverse ma strettamente collegate, c’è la Villa Romana di Casignana, la cui visita è uno dei piaceri più appaganti dell’intero viaggio. I secoli trascorsi dalla colonizzazione greca all’avvento di Roma si susseguono veloci in pochi chilometri e in maniera logica, naturale. La rudezza, la difficoltà della vita quotidiana affrontata dai coloni greci e quindi dagli indigeni si tramuta, metro dopo metro, nella percezione dell’agiatezza espressa dalla struttura residenziale di Contrada Palazzi. Il triangolo ideale si chiude con la visita all’inestimabile scrigno medievale di Gerace. Si osservi che in questi chilometri quadrati si trova tutto ciò renderebbe orgoglioso qualsiasi altro Paese civile. La Storia, le Cose, gli Uomini che hanno vissuto questi luoghi lasciando tracce evidenti e dignitosissime, non saprebbero spiegarsi come è possibile che noi contemporanei, moderni, tecnologici abitanti della Locride, preferiamo non tutelare con l’enfasi necessaria il nostro patrimonio. E sarebbe solo l’inizio di un viaggio dentro noi stessi.