BENVENUTI NEL BLOG DELLE RIFLESSIONI

Politica. Meridionalismo. Blues.

Pagine

mercoledì 19 ottobre 2016

La civiltà del consenso.

Li costrinsero a contarsi, per un si o per un no. Una sparuta schiera di cacciatori di consensi, ben allenati, di diverse etnie politiche ma con un unico obbiettivo, aveva raggiunto lo scopo, superiore ad ogni mezzo di difesa che si potesse organizzare, di dividere un popolo. La divisione era l’obbiettivo, palese e cercato. L’interesse superiore di questa pattuglia numerica-mente insignificante, ma potente e supportata da orde di finanziatori armati di Euro fino ai denti, non poteva che avere successo. Si trattava di fare aderire ad un’ipotesi di convivenza obbligata i singoli, ma anche tutta una serie di comunità disorganizzate e deluse. Figure centrali erano i mediatori, i pacificatori, detti anche moderati. Quasi degli assistenti sociali, il loro ruolo era quello di abbassare la tensione sociale, riportando tutto a forme di spettacolo gratuito a cui si poteva assistere senza troppo esigere in tema di verità, sincerità, onestà. Le coscienze erano occupate a divincolarsi da mille problemi reali e distrarre una tale massa di persone era complesso. Eppure si lavorava al progetto in modo serrato. Ci si contorceva in un continuo logorio ritmico, scandito dalla necessità di compiere un dovere inderogabile, per nulla scalfito dalla presenza di nul-lafacenti ben pagati, attaccati come sanguisughe a liste, cartelli, coalizioni. Gli elenchi erano la fissazione dei cacciatori di consensi. Avevano imparato a compilarne di tutti i tipi. C’erano elezioni ovunque, dai condomini, alle scuole, ai quartieri, ai piccolissimi comuni, alle grandi città, ad agglomerati di comuni e città, regioni, fino al governo centrale. Un’euforia intermi-nabile ed inconcludente che sfociava inevitabilmente nell’unico momento di follia collettiva condi-visa: l’elezione dei candidati. Vincere. Capite? Vincere. Arte, cultura, tradizioni, valori, messi in un angolo ad aspettare. C’erano gli indifferenti, come no: additati come i diretti responsabili dell’insoddisfacente situazione socio-economica, erano ormai la maggioranza numerica. Ma, completamente disinteressata al gioco collettivo, la maggioranza indifferente cercava di sfuggire al coinvolgimento sfruttando il resto della realtà disponibile. Il che avrebbe lasciato ai cacciatori libertà di esercizio del bracconaggio, con danni sottovalutati, ma con l’illusione di sfuggire alla civiltà del consenso, almeno fino al primo favore necessario.