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martedì 21 giugno 2016

Il cambiamento.

E bisognerà scriverle due parole sul cambiamento. Auspicato da moltissimi, nella società e nella politica, ha in se il senso della sostituzione degli ingredienti che causano ristagno, continenza, scarsa circolazione di idee. Cambio dell’aria, di stagione, di partner, di gioco, di studio. Cambio della conduzione tecnica, politica, culturale. La grande fretta di questi tempi scanditi da mezzi tecnologici molto stupidi ma indispensabili a chi non lo è, impone cambiamenti a tutti i costi, molto poco ragionati. C’è ancora chi ricorre alla lentezza dei ragionamenti, ma è messo in minoranza da chi ritiene che la risposta sta nella velocità di reazione. Fosse anche vero, quando si vuole intervenire in attività che non sono giochi di società dove al massimo perdi un giro, si deve tenere conto di tutte le componenti che agiscono contemporaneamente sullo stesso punto, senza avere per questo la stessa forza di determinare cambiamenti generali. Eccoci alla politica e a chi si assume la responsabilità di fornire ricette da imporre a maggioranza senza scambi di posizioni. Le scarpe degli altri sono sempre scomode da indossare.