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sabato 30 dicembre 2023

Le destre organizzate, le sinistre istintive.

L’approvazione del bilancio dello Stato a fine anno costringe a festeggiare con il sentimento politico emarginato ai confini dell’interesse pubblico. Le “buone” Feste arrivano in soccorso del Parlamento.

Un’ottima strategia, non c’è che dire. In questo atteggiamento, così estremo e scelto per non dare alternative alle componenti della maggioranza stessa, come nelle scelte degli argomenti da utilizzare per la difesa del “prodotto bilancio”, i dirigenti delle destre stravincono. Sono bravi, con eccezioni talmente roboanti da essere subito riconosciute come escamotages per sviare l’attenzione dai nodi cruciali delle scelte economiche.

Ascoltando il dibattito nelle Camere – per altro diventato un comizio noioso e ripetitivo – si capisce subito che la maggioranza, attraverso gli interventi dei capigruppo, mette l’accento senza doversi sforzare di dare spiegazioni, sui dati economici e sui risultati ottenuti sui piani che più interessano quella parte politica e anche sociale (i supporters, per capirci): l’occupazione in crescita, l’inflazione crollata allo zerovirgola, investimenti cresciuti per la sanità e per i trasporti, aiuti alle famiglie in difficoltà.

Gli interventi dei difensori dell’italianità orgogliosa sono stati gli ultimi, FdI è il partito che esprime senza tentennamenti l’essenza delle strategie comunicative della Presidente del Consiglio: i numeri non mentono, i dati sono favorevoli, gli italiani questo cercano, si dà seguito al programma di governo e sono qui per questo, non c’è nessuno che possa confutare tutto questo.

Direi che questo modo di procedere dovrebbe andare bene a qualsiasi opposizione. A qualsiasi, tranne la presente opposizione.

L’opposizione è una bestia strana, rincorre senza tregua ogni argomento e provvedimento governativo per togliergli significato ed efficacia cercando di dimostrare a parole, con sempre le stesse identiche parole ma tutte provenienti dai singoli parlamentari, per l’occasione oratori in ordine sparso e non coordinati, cadendo nel tranello della facile critica sul singolo errore, sulla presunta falsità dei dati, sulla presunta assenza di credibilità dei governanti.

Da quale pulpito, vorrei dire. Se esiste una politica bugiarda, d’occasione, senza gravitas, frutto di propaganda, derivata dall’assenza perpetua di valori intoccabili solo a parole, la responsabilità è dell’opposizione. Non si coordina, non trova spazio e tempo per ripensarsi. E viene proprio da pensare che voglia il perpetuarsi di questa situazione. D’altronde, l’incapacità di elaborare strategie, di scegliere con coerenza quali parti di società rappresentare, di manifestare con presunzione incrollabile la volontà di tutelare gli interessi di tutti e quindi di nessuno, dimostra l’esatto opposto: le destre governeranno fino a quando le sinistre non si catafotteranno nella società da cui dovrebbero provenire. Per ora si va a tentoni, in un buio moderato, con accessori indistinti poco luminosi chiamati a bassa voce diritti. E si che ci sarebbe di che organizzarsi, ma non vogliono, non vogliono.