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sabato 28 maggio 2016

Mi spieghi cos’è una disuguaglianza.

Lei che ha un modo di esprimersi così diretto, immediato ed opportuno, mi dica, in sincerità, cos’è per Lei una disuguaglianza tra uomini? Ora però non inizi chiedendomi un dettaglio banale come distinguere tra uomini e donne, non ce lo aspettiamo da Lei. Dispone di capacità di lettura della realtà che non ha eguali. Sta dicendomi che dipende dalla fortuna nascere in un posto che non presenti disuguaglianze economiche, sociali, culturali rispetto ad altri territori più sfortunati. Che se le disuguaglianze su indicate si presentano contemporaneamente non resta che lottare tutti insieme per creare condizioni medesime di partenza, fare in modo che si abbattano i muri e le difficoltà ataviche. Ma se appena appena una disuguaglianza mancasse dall’elenco, cogliere l’attimo favorevole sarebbe più facile e persino ingiusto non coglierla al volo. Sta aggiungendo che è necessario avere una ricchezza interiore che consenta di valutare bene cosa sia necessario o sufficiente per fare una vita piena; se però si è privi di una educazione “positiva”, la vita si presenterà grama. Che dipende dall’educazione ricevuta dalla famiglia e dalla scuola; dalla religione pure, certamente. Non parliamo delle amicizie e delle frequentazioni. E che poi dipende dalla capacità di adattamento, sopportazione e aggressione delle occasioni che ti si presentano. Dal clima sociale e dalle malattie che possono trasformare l’intera vita o parte di essa. Ma Lei è saggio davvero. Trasmette sicurezza ed indica una strada esemplare. Noi La dobbiamo seguire, no? Lei darà una soluzione alle disuguaglianze partendo dalle più elementari, fino al lussuoso piacere di godere del superfluo artistico e commerciale. E tutto questo per un voto? Un solo, miserabile e diseguale voto? Dov’è il trucco, sovrastruttura posticcia della società?