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Politica. Meridionalismo. Blues.

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mercoledì 28 giugno 2017

L’avversione all’associazionismo e all’attivismo.

In periodi lunghi di transizione, di confusione, di vuoto ideologico e normativo nei quali le vecchie istituzioni, delegittimate, sembrano archeologia sociale – ma è solo apparenza, sono i delegati che non le fanno funzionare o non sono nella possibilità di farle funzionare, bene o male – l’associazionismo e l’attivismo emergono, per fortuna della società. Siamo dentro una crisi enorme dell’unità della società e si moltiplicano i gruppi dove è più semplice creare solidarietà e comunione di intenti. L’effetto è virale. Che ogni associazione o gruppo lavori a fianco o contro le istituzioni, cercando di precederle o di surrogarle dipende dal periodo che si attraversa. Credo che in un periodo come questo, alla società non resti che organizzarsi come meglio ritiene, in attesa che l’etica e la morale si riaffaccino nella politica. Intanto, che le associazioni territoriali si affianchino alle istituzioni dimostra che la volontà è il miglioramento e non l’azzeramento del riconoscimento delle funzioni istituzionali. Questo è positivo e non eversivo. Non deve prevalere l’intransigenza a tutti i costi: se un obiettivo c’è, è senz’altro più utile, per questioni di successo nella missione, per consenso se non altro, per solidarietà manifesta, portare a termine iniziative comuni. Ci fa sentire comunità, contro le disuguaglianze.

martedì 20 giugno 2017

Essere diversi.

La partecipazione alla vita sociale e politica deve essere diversa da quella che si è costretti oggi a praticare. E' come se si fosse costretti a continue rinunce a favore di una adesione completa, acritica ed entusiastica a organizzazioni e idee solo sulla carta non individualistiche. Si che si avverte. Da qui la necessità di proiettare su un "nemico" l'aggressività che si sviluppa, per mantenere un equilibrio interno all'organizzazione. A volte un solo nemico non basta. Bisogna crearlo e ricrearlo, rinforzando l'immagine negativa. Il conflitto esterno è la soluzione facile, la valida tecnica per superare conflitti interni e contraddizioni profonde. Il Noi e il Loro ha un successo immeritato, in questo momento. Se Loro avranno successo, disastro imminente e gravissimo. Se Noi vinciamo, tutto il bene arriverà incessante. Abbassare il volume, dicendo ad altri con più efficacia cosa si pensa nel merito, ha il vantaggio di essere ascoltati meglio. E' quasi certo che non si farà cambiare idea all'interlocutore, ma ci si ascolta, almeno. Brutta, la politica, se non cambia.

domenica 4 giugno 2017

Necessario condividere.

Quanto sia necessario condividere, come forma di discussione aperta, anche le opinioni diverse dalle proprie e senza per questo essere troppo d’accordo, è dimostrato dalla organizzazione in gruppi piccoli e ben attrezzati – che non mi va di chiamare sette, per non tirare in ballo significati con radici storiche impegnative – che sta diventando la forma di rappresentanza più diffusa a livello nazionale e locale. Ci si oppone così allo Stato inefficiente e burocratizzato, che opera in una routine senza obiettivi. In questi gruppi, presenti ovunque localmente, emerge una personalità o un’altra in rapida successione e trova così espressione il coinvolgimento di ognuno dei partecipanti. Ognuno di loro è responsabile e solidale, libero di entrare volontariamente nel gruppo. Ne deriva un forte senso di autostima, che serve a dare a tutti un maggiore senso di sicurezza e incisività. Ma restano gruppi piccoli, non in grado di determinare cambiamenti definitivi nella società in cui operano, non in grado di costituirne di più grandi e articolati se il loro scopo non è dichiarato e gli scopi non siano sociali e politici. Le ragioni di una estensione del numero e dei motivi che fanno riunire più persone sono esclusivamente politiche. E ogni volta che la politica dimostra di essere inquinata e asservita, nasce un altro club, a difesa di un numero definito di persone o di interessi già esistenti. In questo vortice non si deve cadere, ma ci stiamo dentro già da parecchi anni, purtroppo e coscientemente.