BENVENUTI NEL BLOG DELLE RIFLESSIONI

Politica. Meridionalismo. Blues.

Pagine

mercoledì 28 giugno 2017

L’avversione all’associazionismo e all’attivismo.

In periodi lunghi di transizione, di confusione, di vuoto ideologico e normativo nei quali le vecchie istituzioni, delegittimate, sembrano archeologia sociale – ma è solo apparenza, sono i delegati che non le fanno funzionare o non sono nella possibilità di farle funzionare, bene o male – l’associazionismo e l’attivismo emergono, per fortuna della società. Siamo dentro una crisi enorme dell’unità della società e si moltiplicano i gruppi dove è più semplice creare solidarietà e comunione di intenti. L’effetto è virale. Che ogni associazione o gruppo lavori a fianco o contro le istituzioni, cercando di precederle o di surrogarle dipende dal periodo che si attraversa. Credo che in un periodo come questo, alla società non resti che organizzarsi come meglio ritiene, in attesa che l’etica e la morale si riaffaccino nella politica. Intanto, che le associazioni territoriali si affianchino alle istituzioni dimostra che la volontà è il miglioramento e non l’azzeramento del riconoscimento delle funzioni istituzionali. Questo è positivo e non eversivo. Non deve prevalere l’intransigenza a tutti i costi: se un obiettivo c’è, è senz’altro più utile, per questioni di successo nella missione, per consenso se non altro, per solidarietà manifesta, portare a termine iniziative comuni. Ci fa sentire comunità, contro le disuguaglianze.

Nessun commento:

Posta un commento