venerdì 31 marzo 2017
L’esteta del blues.
John Lee Hooker divo del blues. Perchè gli piaceva utilizzare lo “slang” e i doppisensi tipici del repertorio dei bluesman del sud, molto frequenti nel linguaggio della comunità nera ma difficili da capire per il pubblico bianco. Questa cosa provocava giubilo fra i neri.
Hooker “picchiettava” le corde della chitarra, ottenendo un ritmo che accompagnava con un incessante movimento dei piedi.
Il suo motto: “la mala sorte non può nuocermi!"
I'm in the mood, uno dei preferiti...
https://www.youtube.com/watch?v=qw-bvvDfAjs
venerdì 24 marzo 2017
Lo spirito settario.
Questi anni sono caratterizzati da disaggregazione e segmentazione della società.
Emergono particolari gruppi, anche all’interno delle istituzioni, che danno un senso “personalizzato” ai valori e alle forme di coesione attraverso l’esaltazione di uno spirito settario.
Si vede benissimo nel campo dell’attività politica.
Occorre svincolarsi e allontanarsi prestissimo dalle tentazioni settarie. Se all'interno delle "sette" gli "eletti" garantiscono una condivisione temporanea di temi e principi, innescano subito dopo l'indispensabile lotta all’ingresso di nuovi membri, contorcendosi in analisi di idoneità grottesche, da giudici parziali e sempre insoddisfatti.
La politica è l’opposto.
mercoledì 22 marzo 2017
La voglia di leggere.
Ragionando a voce alta con una persona, si valutavano le possibilità di “incontrare” un modo di leggere più originale. Noi potremmo essere un pubblico nuovo – non per questo giovane, non c’entra l’età – che non ha ancora pensato a fondo sul ruolo che può avere la lettura nei bisogni quotidiani.
Qualcosa tipo “Linus”, non a fumetti; romanzi a puntate con molte illustrazioni, con un’impaginazione attraente. E molte rubriche che spiegano con esempi le strategie narrative, tipi di personaggi, modi di lettura, i diversi stili di scrittura. Il tutto con cose divertenti da leggere.
Le storie sono infinite.
martedì 14 marzo 2017
Il Blues bianco.
Fu subito chiaro cosa riuscisse a raccontare John Mayall nonostante fosse un bianco, addirittura inglese. Sembrava avesse percorso tutte le esperienze necessarie a far di un uomo un bluesman.
La forma tradizionale del blues cambia, con il blues britannico. L’esecuzione diventa più beat e da qui può staccarsi il rock e decollare, finalmente.
Eric Clapton (Eric Patrick Clapp), sontuoso chitarrista, anche blues oltre che beat, è riconoscibile e lo preferisco per l’autenticità e l’originalità del suono, anche se i suoi pezzi non si possono etichettare come blues in senso stretto. Ma che atmosfera! Get Ready, Eric!
https://www.youtube.com/watch?v=x1E5OUYRtxQ
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