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domenica 13 ottobre 2013

Strane richieste di fiducia.

Giungono pressanti richieste di fiducia verso organismi di rappresentanza detti Partiti, provenienti da funzionari addetti al reclutamento di elettori. Come se fossero automi programmati nella gestione del potere, per cui una volta affrancati da un congruo numero di voti, possono svolgere il loro compito senza nulla dover dimostrare o rendicontare. Sono ben strane queste richieste, avanzate dai possessori di tessere e baroni delle segreterie. Negli anni passati, il Partito ha rappresentato un baluardo del consolidamento democratico del nostro Paese. PCI e DC potevano ben dirsi affidatari delle esigenze e recriminazioni di un popolo che nutriva lecite speranze di accoglienza delle giuste richieste di miglioramento della vita lavorativa e culturale. Ora, no. Non c'è nulla da cullare o da gestire. L'elettore è sveglio e vigile. Si sollecita piuttosto un uso congruo del potere che inevitabilmente l'elezione consegna a chi comunque non è stato scelto dal popolo e che non può che rappresentare un basso numero di persone, giusto quelle che hanno potuto inserire il fortunato nelle liste di collocamento elettorali. Le richieste di fiducia non vanno fatte agli elettori. Non vanno proprio fatte. Si deve garantire una produzione legislativa che tuteli la vita degli elettori e delle altre persone che legittimamente, in molti casi in modo corretto, non hanno nessuna intenzione di legittimare procedure non democratiche con il loro voto e, in generale, di tutti i cittadini, i residenti, gli ospiti, gli immigrati presenti sul nostro territorio. Nessuna richiesta di fiducia c'è più da avanzare. Neanche nel caso di Partiti padronali, terribili esperimenti provvisori e con secondi fini evidenti.