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Politica. Meridionalismo. Blues.

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lunedì 27 marzo 2023

Il Mega Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il PNRR.

Appare talmente disorganica e occasionale l'azione del Ministero per il Sud (con i vari e stravaganti nomi avuti nel corso dei decenni) - ai nostri occhi di meridionali stanziali del 2023 - che mi aspetto la creazione, a Roma, di un Ufficio Statale per i Rapporti Diplomatici con le Regioni Italiane del Meridione d'Europa. Come ultima degenerazione possibile dell'intervento statale per ridurre le disuguaglianze socio-economiche tra Nord e Sud Italia non manca che questo

Il concetto di "Aiutiamoli a casa loro" verrebbe così applicato realmente, con atti pratici e burocratici di investimenti economici strutturali, quali: un Ponte, una Strada, una qualche forma di Sanità Privata Convenzionata, un Porto, una nuova Facoltà di Medicina per impedire l'immigrazione seppure temporanea di medici di origine caraibica, un Campo Eolico, un Campo Fotovoltaico, una Centrale Idroelettrica, una discarica.

Iniziative tutte tese a creare le condizioni per lo sfruttamento inconsapevole, ammiccante, benevolo e disinteressato delle poche risorse umane rimaste nelle Regioni interessate e delle caratteristiche dei luoghi. Come le colonie.

Un sud diviso e litigioso è quello che ci vuole: si può realizzare così l'alchimia che prevede l'azione di un politico del Nord che insiste per la costruzione di un Ponte - dopo essere stato contrario per anni - che unirà due parti distaccate dal resto della penisola giammai per creare sul posto e definitivamente un sistema di produzione di beni e servizi, ma per fare in modo che aziende estranee al Sud trovino lavoro per anni assorbendo risorse enormi per la edificazione di un... Ponte.

Si potrà sempre dire che i selfie dal Ponte saranno infinitamente più belli che i selfie dalle sponde. Ma ci accontentiamo di poco, noi cittadini del Sud Europa, lo sanno bene i sostenitori del corridoio commerciale Berlino-Palermo (attraverso la Calabria, solo attraverso).



venerdì 17 marzo 2023

Italia-Francia 2023.

I fatti semi nascosti di Francia mi hanno fatto approfondire le motivazioni di quel popolo, così reattivo e pronto a difendere i propri diritti sociali e civili.
In Italia ci aspettiamo che siano i disoccupati a reagire. Solo loro potrebbero, a detta di molti, portare in piazza l'insoddisfazione e la disperazione sociale.
Ma gli effetti della disoccupazione sulla coscienza di classe e sui comportamenti sindacali e politici non sono chiari. Mentre si pensa che l'attività organizzata renda i disoccupati più estroversi e dinamici, sociologi dicono che l'esperienza della disoccupazione "fertilizza il terreno per la rivoluzione, ma non la genera", perchè originerebbe un'aggressività inerte, sostenuta da un gruppo che socialmente non è una massa (Zawadski e Lazarsfeld).
Alcuni osservano che quando si è disoccupati si perde il piacere della politica (Garraty, Bakke, Citizens...,), anche perché si è in una condizione poco attiva.
Sarebbero, invece, i sindacati (le organizzazioni di lavoratori riconosciute anche dalla Costituzione) a dover indirizzare forme di lotta democratica contro la disoccupazione, la precarietà, lo sfruttamento. Senza delegare a governi che non possono adempiere perchè il loro oggetto sociale è completamente diverso.
Nè serve dare e prendere ascolto da movimenti politici apparentemente "sociali", giunti al governo con programmi che descrivono strategie da difesa delle classi abbienti, prese dal panico della perdita di potere di acquisto e livello di benessere conquistato in decenni di capitalismo.
E poi c'è il livello di sopportazione, che qui in Italia sembra non avere limite. Sarà che non si sta ancora troppo male, forse. Qui al Sud è inspiegabile.