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Politica. Meridionalismo. Blues.

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venerdì 28 aprile 2017

Silenzio e Denuncia (Partito Democratico e M5S, nell’ordine).

Puntuali, profondi e realizzabili i programmi comuni dei due organismi politici nazionali più numericamente rilevanti sul gravissimo ed ultimativo problema della disoccupazione giovanile nel Sud. Il Partito Democratico e il M5S, uniti nel sovrano interesse nazionale, affrontano senza mezzi termini e trucchi elettorali il tema drammatico che affligge senza tregua persone appena diplomate e laureate, nonché le famiglie da cui provengono, costrette a mantenere lo stato di famiglia aperto fino ad età avanzata. Finalmente! L’urgenza del tema accomuna in un continuo lavorio legislativo, a fianco delle aziende produttrici e degli artigiani, come con in commercianti del meridione, per trovare possibili soluzioni. Certo, il primo problema è la legalità. Non consentire alle mafie di essere mediatrici tra offerta e domanda di lavoro è l’attività che toglie il sonno ai delegati dei benvenuti organismi politici sopra menzionati, non fa dormire i responsabili di settore. Agire sulla leva fiscale sta diventando un incubo. Le trattative, gli studi, le collaborazioni però vanno avanti senza interruzione. Le dichiarazioni comuni, gli intenti davvero rivoluzionari già incoraggiano i cittadini a rischiare, ad investire quel che resta dai salassi Equitalia in iniziative imprenditoriali che, traendo spunto dalle qualifiche derivanti da anni di studio nelle scuole pubbliche finalmente tirate a lucido ed efficienti, sfruttano finalmente solo le potenzialità inespresse di persone vogliose di darsi al lavoro e dare un senso alla vita, nel pieno rispetto delle regole democratiche. Ma una cosa è certa: arriveremo tutti insieme alle soluzioni necessarie. Siamo i migliori. Perché la situazione è drammatica.

domenica 23 aprile 2017

Migrando.

Viaggiare implica un movimento tra posizioni fisse, un punto di partenza e uno di arrivo, presuppone che si conosca un itinerario. Il viaggio lascia intendere un possibile ritorno, un potenziale rientro alla base. La migrazione, invece, comporta un movimento in cui non sono immutabili o certi i punti di partenza né quelli di arrivo, richiede che si risieda in una lingua, in storie di identità costantemente soggette a mutazione. Sempre in transito, la promessa di un ritorno a casa – completando la storia, addomesticando la deviazione – diventa un’impossibilità. E così, come il multiculturalismo è solo un’impressione dovuta alla sensazione di convivenza “ravvicinata” di lingua, usi e costumi, anche la migrazione va scomposta negli elementi base, solo per essere appena compresa.