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domenica 23 aprile 2017

Migrando.

Viaggiare implica un movimento tra posizioni fisse, un punto di partenza e uno di arrivo, presuppone che si conosca un itinerario. Il viaggio lascia intendere un possibile ritorno, un potenziale rientro alla base. La migrazione, invece, comporta un movimento in cui non sono immutabili o certi i punti di partenza né quelli di arrivo, richiede che si risieda in una lingua, in storie di identità costantemente soggette a mutazione. Sempre in transito, la promessa di un ritorno a casa – completando la storia, addomesticando la deviazione – diventa un’impossibilità. E così, come il multiculturalismo è solo un’impressione dovuta alla sensazione di convivenza “ravvicinata” di lingua, usi e costumi, anche la migrazione va scomposta negli elementi base, solo per essere appena compresa.

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