Oggi non
ho potuto cambiare opinione sui social. Sono un po’ prevenuto, prudente, sempre
in attesa di verificare informazioni e conseguenze di ciò che leggo. Non è
facile persuadere, chi tenta di farlo su questi mezzi non può far riflettere
molto. Molte volte si cazzeggia, si sfotte, si induce in errore.
Personalmente,
se ho in mente di cambiare opinione, di modificare un atteggiamento, preferisco
farlo davanti a occhi attenti.
In genere si vuole provocare il cambiamento mostrando
fatti, certi che siano sufficienti a determinare ragionamenti a favore della
persona informata dei fatti. In realtà, la reazione è sempre un inasprimento
dei toni e un irrigidimento delle posizioni, anche se un fondo di verità nei
fatti c’è. Non è però sufficiente a spostare di un centimetro le menti, molto
più pesanti di armadi e tavole imbandite. Non funziona così.
Sia che si tratti di campi di
concentramento, di corruzione, di mafia, di mancanza di lavoro e dei suoi perché,
di razzismo, di lotta agli sprechi, di raccomandazioni, di terrorismo, ciascuno
trova sponda con motivazioni insuperabili da chiunque altro.
Se leggiamo o scriviamo che una
cosa è giusta, nove volte su dieci la vogliamo. Cioè contano le motivazioni.
Così diventano possibili alleanze inconcepibili, in nome di rivoluzioni che
vogliamo, quindi ritenute giuste. Ma non funziona così. Secondo me, che non
sono molto diverso dagli altri.
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