L’esibizione
del singolo artista nero, icona del blues delle origini, viene rimpiazzata gradualmente,
specialmente nella Memphis del futuro rock’n’roll, da gruppi musicali
spettacolari, le jug bands.
Queste
bands suonavano in ogni tipo di riunione, nei quartieri neri, nei juke joints
(locali gestiti da afroamericani), nei picnic, in campagna. Il tutto per raccogliere
le offerte dei passanti.
Alle
feste in case private, addii al celibato, in riunioni politiche, manifestazioni
cittadine, campagne elettorali, inaugurazione di negozi, parcheggi d’auto.
Il
repertorio era costituito da blues, pezzi umoristici, melodie ragtime. La band
prevedeva percussioni, basso, kazoo, armonica e chitarra. Ma c’erano anche
mandolino, violino, pianoforte, sassofono.
Tutto
lo strumentario che troviamo anche oggi, nel sud del nostro continente. E’
passato solo un secolo.
Vi faccio ascoltare una chicca:
Jed Davenport & his Beale Street Jug Band in You Ought To Move Out Of Town (1930)
Buon ascolto.
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