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mercoledì 17 ottobre 2018

Il paladino del Blues. Breve storia di B.B. King.


Semplificando molto la musica afroamericana, così ampia ed eterogenea, noi amanti del blues diciamo sempre che il rhythm & blues è essenzialmente “blues con ritmo”, cioè blues genuino con l’aggiunta di una sezione ritmica – basso e batteria – e a volte qualche strumento a fiato. La definizione rhythm & blues nacque nel 1949, quando Riley King iniziava la carriera professionale e discografica. Riley verrà subito chiamato “Blues Boy”, quando esordiva in una radio specializzata nella promozione del Blues.
La sua vita è tipica dei predestinati del Blues: coro parrocchiale, vita nei campi, trasferimento a Memphis, nel Tennessee, dove con il cugino Bukka White, già conosciuto musicista, inizia ad esibirsi. La chitarra elettrica diventa il suo strumento, riuscendo a sviluppare una tecnica originale, il “bottleneck”, nella quale un cilindro di metallo mosso con un dito scivola sulle corde. La mitica Lucille, chitarra che si fece costruire e che cercò sempre di migliorare secondo le sue aspettative, lo seguirà per sempre.
Nasce con lui il blues urbano, musica trasversale nella popolazione americana e tecnicamente originale. Alla tecnica unisce un modo di cantare, teso e angosciato. Il risultato fu un’alchimia che ancora oggi tiene sospesi dalla prima all’ultima nota di molte sue composizioni. Un brano antologico? Per me, “Guess Who”, lo ascolteremo dopo.
B.B. King era un artista da palco, anche se non uno showman. A volte iniziava a suonare blues senza preamboli, andando immediatamente al sodo. Di fatto, è il bluesman che ha venduto più dischi di blues della storia, il più influente fra i giovani musicisti a partire dagli anni ’60.
Uomo da 300 spettacoli l’anno da quattro o cinque ore ciascuno. Un vero stuntman della musica, che trovava stimoli dalla realtà del suo paese, senza filtri culturali e rispettando l’ortodossia dei testi blues. E’ stato uno di quei musicisti che pare che si distruggano interiormente mentre le mani, strumenti di tortura e di piacere al tempo stesso, con le agilissime dita sognano e accarezzano la donna desiderata, Lucille.
Alti e bassi nella carriera li ebbe anche lui, soprattutto quando l’industria discografica pretese di farne persino un crooner – non bianco – un assurdo. Ma si riprese, dopo aver superato alcool e droghe, fino ad arrivare al Grammy alla carriera, nel 1987. Io conobbi il blues in quegli anni, quando ero militare e, secondo me, non a caso. Una compagnia ineguagliabile, nel contesto di quei dodici mesi.
Chiudo con una descrizione personale, da tifoso.
I blues di B.B. King non stancano mai. L’interpretazione è erotica, privilegiata, con lo stile delle persone di colore con cicatrici nella loro storia, uniche ad esibirsi così in pubblico.

Ora, da appassionato ascoltatore, vi propongo una cosa straordinaria, ovviamente dal vivo:
Guess Who.

https://www.youtube.com/watch?v=yv-ECx8nSyI

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