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venerdì 19 gennaio 2018

Leggeri disturbi da informazione social.



Passano indisturbate ed incontrollabili migliaia di informazioni, sui social. Indisturbate ed incontrollabili fino a quando decidiamo di verificare, se vogliamo.
Chi tra gli utenti dei social si adopera per meglio informare – o disinformare – i propri lettori o chi, casualmente, incespica in articoli pieni di coriandoli, cerca di conquistare consensi e like facendo riferimento ad errori, porcherie, scandali, reati, contraddizioni degli avversari. Molto spesso avversari politici, di cui sarebbe meglio analizzare le scelte politiche e i comportamenti dentro o nei confronti delle Istituzioni oltre che nella gestione dei rapporti con il "pubblico".
Ma ciò che manca è l’autodiagnosi. Il computer di bordo degli analisti del sangue degli avversari politici non avverte dei propri scivoloni, delle proprie contraddizioni, a volte davvero irresistibili  negli effetti, nelle conseguenze della credibilità data in pasto ai social.
Molti sono i miei punti deboli, da questo punto di vista: mi sono ripromesso di non denigrare alcune posizioni politiche e con molta fatica cerco di proseguire in questa lotta praticamente solitaria.
L’invito è di finalmente sottintendere in tanti che le posizioni in campo sono chiare; che non è utile – altro che voto utile – riversare il proprio astio verso l’incapacità presunta degli avversari, quanto sarebbe necessario dimostrare invece la bontà dei programmi a cui si fa riferimento.
E lo so che riportare ossessivamente le proprie buone ragioni – sempre presunte – risulta ripetitivo, ma sfido chiunque dimostrare di poter vivere sui social esperienze migliori leggendo esclusivamente valutazioni sugli errori degli avversari senza contrapporre misure e opzioni alternative dettagliate. Immagino che risulti particolarmente impegnativo rendere interessanti i propri commenti e le valutazioni contro una persona o contro un partito. Ma se si prova a rendere interessanti i progetti e le posizioni politiche si apre una sfida da veri cultori della socialità mediatica.

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