Passano
indisturbate ed incontrollabili migliaia di informazioni, sui social.
Indisturbate ed incontrollabili fino a quando decidiamo di verificare, se
vogliamo.
Chi
tra gli utenti dei social si adopera per meglio informare – o disinformare – i propri
lettori o chi, casualmente, incespica in articoli pieni di coriandoli, cerca di
conquistare consensi e like facendo riferimento ad errori, porcherie, scandali,
reati, contraddizioni degli avversari. Molto spesso avversari politici, di cui
sarebbe meglio analizzare le scelte politiche e i comportamenti dentro o nei confronti
delle Istituzioni oltre che nella gestione dei rapporti con il "pubblico".
Ma
ciò che manca è l’autodiagnosi. Il computer di bordo degli analisti del sangue degli
avversari politici non avverte dei propri scivoloni, delle proprie
contraddizioni, a volte davvero irresistibili
negli effetti, nelle conseguenze della credibilità data in pasto ai
social.
Molti
sono i miei punti deboli, da questo punto di vista: mi sono ripromesso di non
denigrare alcune posizioni politiche e con molta fatica cerco di proseguire in
questa lotta praticamente solitaria.
L’invito
è di finalmente sottintendere in tanti che le posizioni in campo sono chiare;
che non è utile – altro che voto utile – riversare il proprio astio verso l’incapacità
presunta degli avversari, quanto sarebbe necessario dimostrare invece la bontà
dei programmi a cui si fa riferimento.
E
lo so che riportare ossessivamente le proprie buone ragioni – sempre presunte –
risulta ripetitivo, ma sfido chiunque dimostrare di poter vivere sui social
esperienze migliori leggendo esclusivamente valutazioni sugli errori degli
avversari senza contrapporre misure e opzioni alternative dettagliate. Immagino
che risulti particolarmente impegnativo rendere interessanti i propri commenti
e le valutazioni contro una persona o contro un partito. Ma se si prova a rendere
interessanti i progetti e le posizioni politiche si apre una sfida da veri
cultori della socialità mediatica.
Nessun commento:
Posta un commento