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martedì 30 marzo 2010

Benvenuti in un nuovo Stato.

Voglio augurarmi un benvenuto in un nuovo Stato. Si aggiunge all'Italia formale una nuova entità chiamata ad uniformarsi ai desideri e ai dettati dei Signori del Nord. Per intenderci, non abbiamo espresso, noi riformisti calabresi, un candidato credibile da contrapporre al credibilissimo candidato dei conservatori, al quale vanno le più vive congratulazioni per la vittoria. Ma purtroppo sappiamo già che tale vittoria non si potrà tradurre in un miglioramento delle condizioni e della qualità della vita in questa Regione. Uniformità significa adeguamento alle volontà del governo, che individua nella rigidità della gestione economica e dispone elevatissimi investimenti in lavori che trasformeranno la Calabria in un ponte destinato a convogliare i flussi economici e turistici verso la Sicilia. I venti e più anni che serviranno per porre in atto una simile opera serviranno a dare lavoro ad un generazione di lavoratori locali, ma i quadri e le aziende non faranno parte della nostra economia. A noi resterà un'opera bellissima ed altrettanto inutile. Per il resto il bilancio regionale è così rigido e pieno di vincoli che non si riesce ad immaginare che spazi di manovra possano esserci per la nuova classe dirigente. Sarà già una gran cosa riuscire ad incidere negli sprechi e nella lottizzazione, ma questo è tutto da dimostrare. La sconfitta dei riformisti è tutta da imputare nella classe dirigente nazionale e locale del PD, che farebbe bene a dimettersi. Per rispetto verso i riformisti calabresi, che hanno vissuto con profonda sofferenza il gioco poco chiaro praticato in nome del mantenimento del potere. Immobilismo per anni e poi un florilegio di iniziative clientelari che hanno scoraggiato anche i più convinti sostenitori dell'idea, non degli uomini. Ora basta.

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