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venerdì 19 luglio 2019

The Genius.


Con estremo rispetto, prendo e scrivo brevemente di Ray Charles. Brevemente, perché solitamente lo ascolto e basta. E mi basta.
Ma perdonate, alcune cose, le scrivo: versatile, suonava il piano, l’organo, il sassofono; era compositore, direttore d’orchestra. Ma lo sentiamo, noi pazzi di lui, come cantante particolarissimo, con speciali caratteristiche. Jazz, country music, pop, rock & roll, il blues. Il suo talento viene sputato fuori quando fa blues, ma se ci fate caso non è mai stato considerato un bluesman. Ma cosa ha creato con quella voce…
La discografia immensa impedisce di citare (male, come si fa…) un pezzo in particolare, mi va di aggiungere che il suo blues è eterno, episodico, profondo, triviale o vendicativo, con un linguaggio diretto, con la voce da “nero spiritual”. Ogni pezzo è emozionante, con la voce “strozzata” a volte, inquietante e profonda, con toni patetici e di grande impatto. Lui era un po’ colto e un po’ sguaiato, era The Genius, il genio della musica popolare.

La scelta di un pezzo non è semplice, ma propongo What'd I Say. Rimette a posto tutto, me compreso.

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