BENVENUTI NEL BLOG DELLE RIFLESSIONI

Politica. Meridionalismo. Blues.

Pagine

martedì 28 febbraio 2017

L’abc del welfare, per chi, come me, è completamente a digiuno.

Grande stima a chi opera nel settore. Il welfare si differenzia, nelle diverse Regioni italiane, in base a diversi fattori: scelte politiche, tradizioni istituzionali, contesto economico produttivo, ecc. Tra di essi un ruolo determinante è svolto dalla domanda sociale. Nelle regioni economicamente più dinamiche, dove la partecipazione al mercato del lavoro delle donne è più alta e le famiglie sono in larga misura a doppio reddito, la disoccupazione è contenuta (almeno fino a prima della crisi), la domanda sociale si è indirizzata da tempo verso la questione della conciliazione famiglia-lavoro. La capacità di dare corso alla conciliazione in Italia non è equamente distribuita, anzi determina nuove disuguaglianze. Gli equilibri su cui si gioca non possono essere preconfezionati, dipendendo dalle scelte di vita di ciascuno e c’è l’esigenza di strutturare le condizioni istituzionali che consentano l’esercizio di una libertà di scelta e flessibilità nell’accesso alla alternative di offerta anche in questo ambito. Bisogna ripensare il rapporto tra politiche del lavoro e politiche sociali. Mettere a tema la conciliazione rappresenta un’opportunità di modernizzazione del welfare. E’ anche l’occasione per ricordare che il welfare non va considerato né in chiave emergenziale (come in questa fase di crisi accade), né come risposta alle situazioni di grave emarginazione, povertà, esclusione. Un welfare attivo e preventivo trova nella conciliazione uno dei punti cardine per essere un welfare per tutti, per affrontare la vita quotidiana e le vulnerabilità che discendono dal compiere scelte persino le personali scelte di vita, compreso l’avere dei figli. Vulnerabilità che si accrescono nell’attuale fase di recessione e che confermano quanto il welfare sia un ambito sul quale investire, non certo su cui effettuare del risparmio. Si può dire che investire nel welfare rappresenti una politica di sviluppo.

Nessun commento:

Posta un commento