"L'opera di Gustave Le Bon costituisce la più tipica espressione ideologica dell'orrore aristocratico di fronte alla democrazia, identificata con il dominio, tirannico e distruttivo al tempo stesso, delle masse. L'idea che sta alla base della sua visione apocalittica del futuro dell'Europa è che l'ingresso delle classi popolari nell'arena politica rappresenta una terrificante minaccia per la civiltà in quanto tale. Tutto ciò che è personale, qualificato, elevato, razionale è destinato a essere spazzato via dall'avanzata delle masse. Queste faranno precipitare l'Europa nella barbarie in quanto, guidate da capi improvvisati e demagogici, instaureranno, in luogo del governo dei migliori, quel reggimento politico che Aristotele aveva chiamato oclocrazia."
Non conoscevo Gustave Le Bon, e capisco perchè. Ma la cronologia degli eventi, dalla perdita dei significato di democrazia tradotto dagli aristocratici nei fenomeni sopra riportati e che ricadono oggi, intatti e sovrastanti, come macigni, sembra accostarsi perfettamente agli eventi che stiamo vivendo negli ultimi due anni.
In questi anni, infatti, la democrazia è superata nei fatti da forme di oligarchia soffolta e soffocante i diritti sociali e civili della maggioranza delle persone, a cui toglie anche rappresentanza politica. Le quali persone, però, sono più consapevoli, in attesa di sapersi organizzare per diventare società più giusta. Speriamo. I resistenti, coloro che non si abbandonano alla furia dei due disvalori contrapposti, idrovore di equità sociale, ci sono ancora.
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