La
sovranità dello Stato, questo mi pare, è messa in forse. E’ sotto stress.
Questa sensazione di cittadino solo un po’ consapevole è una montagna che ha
due versanti, che pratico con forti difficoltà, sicuramente con parole non
sempre azzeccate, dovute alla mia visione dello Stato, non giuridica, fatta di
sensazioni, come ho scritto prima: uno è il rapporto tra lo Stato e le Regioni,
l'altro il rapporto tra Stati in Europa.
Nel
primo caso manca, ripeto, secondo me, la capacità dello Stato di porsi come unica
sede istituzionale che disciplina le parti sociali. Le Autonomie Regionali, ma
anche la prerogativa in ambito sanitario che esse possano organizzare ed
erogare il diritto stabilito dall’art. 32 della Costituzione, non stanno
funzionando. Le Regioni lamentano la scarsa efficacia dello Stato quando non
sono in grado di risolvere l’emergenza da soli, lo Stato non può e non riesce
ad essere egualitario nei servizi sull’intero territorio nazionale. In ogni caso,
il territorio italiano sembra uno Stato Federale, tante sono le decisioni in
campo e molte opposte fra loro. E’ come se ogni Regione volesse ribadire la propria
“indipendenza” e “autonomia” economica, sociale, finanziaria e anche
scientifica dalle altre. Con tonfi clamorosi, che riguardano l’autorevolezza e
la presunzione degli autori delle decisioni, tutte giocate sulle vite degli italiani.
Per
quanto riguarda il secondo versante, invece, è certo che alcuni Stati abbiano rinunciato
a qualche aspetto della loro sovranità. L'Unione Europea è sede delle contraddizioni
che ne risultano. Una unione finanziaria, una unione non completa, di cui gli
Stati europei non decidono il destino diverso che vorremmo tutti e che neanche
in questo caso riesce ad essere autorevole se non dopo estenuanti richiami ad
una utopistica “indole” europea dei cittadini continentali.
Mi resta un altro
pensiero e poi prometto di non scrivere altro, in merito: nel mezzo di questo
cammino, penso quello che deve rimanere da questa esperienza comune e insieme
solitaria, sono le vite delle persone, non il consenso per governare il caos
ancora per qualche anno. Bisognerà decidersi a scegliere e io credo di averlo
fatto. Intanto faccio il mio dovere. Speriamo, bene. Anche se occorre la ben
nota massa critica, per muovere le montagne.
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