BENVENUTI NEL BLOG DELLE RIFLESSIONI

Politica. Meridionalismo. Blues.

Pagine

venerdì 4 gennaio 2019

Tempi duri.


Immagino così lo stato d’animo di uno dei governanti di questi tempi dopo una vittoria elettorale. Cosa possa compiere, nella mente di un presunto onnipotente, smargiasso e arrogante, una vittoria di una competizione elettorale con una legge ridicola, piena di griffe usate come biglietti da visita.

-        - Era soddisfatto. Aveva svolto con successo un compito difficile ma infinitamente importante. Sapeva di aver meritato nuovi onori e ricompense: ma nulla poteva essere piacevole come quel senso di gratificazione che esaltava lo spirito. La sua opera superava ogni altra precedente. Aveva usato come materie prime una terra e un popolo. Il dio che riconosceva era di questo mondo: era il dio bifronte del potere e della maestria politica e lui ne era il profeta. L’opera era appena cominciata. Prima un comune, poi una provincia, poi una nazione. In nome del popolo, per la propria soddisfazione e un po’ per quella degli amici che lo avevano aiutato.

Modestia, disponibilità, autorevolezza, credibilità, visione politica con orizzonte vasto non servono. Serve invece imporre quello che sta dietro la facciata perbenista, accomodante quanto basta per attirare verso il proprio partito persone che hanno bisogno di sicurezze, le più diverse e tutte risolvibili, secondo questi maghi populisti, con misure restrittive da adottare su altre persone, che se costrette un passo verso l’ignoto lo compiono comunque. La libertà “sicura”, secondo questi “mastri d’ascia”, consisterebbe nella diminuzione della libertà di altre persone, nella diminuzione dei diritti, nella durezza di misure restrittive dirette verso i “clandestini”, nel controllo maggiore di parti di società non aderenti alla loro ideologia mascherata da qualunquismo.
Ordine e disciplina del popolo, per potere gestire con personale soddisfazione la transizione da uno Stato popolare, con una Costituzione superba, ad uno Stato a conduzione familistica, fondato su principi non universali, generati dalla necessità di controllare i cittadini dalla culla al voto. I clandestini sono coloro che approfittano dello Stato che li ospita, dell’organismo che li nutre, come i parassiti. Se così è, clandestini anche i politici che non rispettano la Costituzione.

Nessun commento:

Posta un commento