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mercoledì 27 aprile 2016

La Locride è un’espressione geografica.

La Locride è un catalogo di tutti i difetti delle periferie del globo. Fatti che si susseguono incalzanti ratificano l'assenza di un obiettivo minimo comune di tutte le componenti di questa particolare società. Colpisce il mio immaginario la riunione dei Sindaci della Locride “geografica” che si è tenuta il 26/04/2016, presso la Sala Consiliare del Comune di Siderno. Su 42 sindaci, presenti 17. Diciassette, e alcuni di loro erano delegati. Rappresentano se stessi, quando possono e quando ritengono. L’idea di “marciare su Roma” per esigere attenzione, senza un progetto complessivo, è un singolare moto inutile verso una Capitale sorda e volontariamente incapace di mettere proprio questa “espressione geografica” al centro di un qualsiasi tabellone. Semmai dietro la lavagna, con fare da professori d’altri tempi, i “Capitalisti” ci invitano ad emanciparci. Ma quale parte di questa società deve emanciparsi? I professionisti, i commercianti, i disoccupati, i nullafacenti, i graziati del voucher, gli studenti fuori sede, gli insegnanti precari, i malati viaggiatori della speranza negata, i pensionati, quelli che aspettano il lungomare, gli iscritti ai partiti che devono capire dove collocarsi all’interno di questi comitati d’affari, le centinaia di associazioni che si disputano – alcune meritoriamente – un ruolo di protagonisti civili in un deserto ? La parte attiva della Locride “espressione geografica” fatica e patisce, in silenzio. Rabbiosa e piena di rancore, disinteressata a ragione all’incapacità dei delegati ed eletti del popolo, cosciente che nulla può cambiare senza un contemporaneo passo indietro delle parti peggiori di questa gloriosa società.

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