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giovedì 6 marzo 2014

L'inevitabile decadenza.

Come in un film molto chiacchierato di questi giorni - non importa che parli con efficacia di decadenza e senescenza imminente di una società corrotta - si assiste a esibizioni non richieste con inevitabili commenti sull'importanza di strutture di interesse sociale, anche storico, della nostra decadente cittadina. Il Lungomare, ma anche una non biblioteca, un non ospedale, una non stazione ferroviaria (ormai adibita all'erogazione di altro tipo di servizi). Come una catena ormai arrugginita, ogni parte dello scheletro del posto geografico che ci ospita tende a presentare il conto di mancate revisioni e di trattamenti validi contro l'usura. Tutto è provvisorio. Anche colate di cemento della migliore qualità, farcite di intrattenimenti serali, notturni e da feste comandate, se non tenute in perfetta forma da manutenzioni periodiche, sono destinate a decadere per i più svariati motivi, come il corpo umano che non ne vuol sapere di resistere all'avanzamento dell'età. Non si tratterà di rianimare un corpo cementizio ormai eroso; si tratterà di pensare ad una nuova struttura, innovativa, rispettosa della fragilità del litorale e delle mutate condizioni dettate dal mare. Con il doveroso rispetto, perché nessuna pioggia di milioni di euro farà arretrare il nostro compagno rumoroso e stizzito, proprio come la coscienza dei veri sidernesi.

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